Un libro fotografico che porta alla luce il diario di un viaggio del maestro padovano nella New York del 1985, la cui straordinarietà sta anche – ma non solo – nella scelta del medium. Come spiega Paolo Coltro nel saggio introduttivo “La scelta della Polaroid è estrema e difficile. Vuol dire che c’è un unico originale, non esiste negativo. Non è solo «o la va o la spacca» – con Umicini va praticamente sempre – significa che quell’immagine non avrà copie, che è un delicato tesoro come individualità, che dev’essere salvata pena la scomparsa definitiva.”
100 immagini scattate con i piedi per terra, frammenti di vita comune, che non inseguono un’ossessione estetica fine a se stessa, ma raccontano un luogo e un artista senza infingimenti, di un testimone attento e curioso che vuole mostrare e non dimostrare.
